Focus Napoli – Udinese. Zielinski-Osimhen-Kvara-Cholito: riscossa azzurra con quattro calci alle polemiche

Focus Napoli – Udinese. Zielinski-Osimhen-Kvara-Cholito: riscossa azzurra con quattro calci alle polemiche

GLi azzurri tornano alla vittoria in campionato, che mancava dalla seconda giornata. A farne le spese, l’Udinese di Sottil travolta con un sonoro 4-1. Torna alla segnatura Kvaratshkelia, ma a sbloccare il risultato è il penalty di Zielinski seguito dal raddoppio di Osimhen. Nella ripresa a bersaglio il georgiano e Simeone. Di Samardzic il gol friulano del momentaneo 3-1.


NAPOLI – Una polveriera solo poche ore prima del fischio d’inizio. Una vigilia di Napoli – Udinese alimentata dal putiferio scatenato da un video diffuso sui social che ha messo in secondo piano un match che per gli azzurri era fondamentale vincere. La querelle-Osimhen ha invece tenuto banco nell’immediata vigilia, spostando i riflettore su quelli che potrebbero essere i prossimi sviluppi legati ai malumori del nigeriano, come se non bastassero quelli inerenti al campo. Per questo, almeno per una volta, benedetto sia il turno infrasettimanale, a rifocalizzare l’attenzione sul rettangolo verde e lasciarsi alle spalle altre questioni di contorno.

Napoli – Udinese era una partita delicata ed importante per misurare la capacità di reazione del Napoli dopo la battuta d’arresto di Bologna e le conseguenti polemiche che ne sono susseguite. In ballo, oltre ai tre punti, c’era anche l’opportunità di prendere qualche punticino alle rivali Scudetto e/o zona-Champions League e, con tutto il rispetto per l’Udinese, stasera al Maradona non poteva capitare avversario migliore per scatenare tutta la rabbia repressa e le frustazioni per un inizio di campionato con il freno a mano ancora tirato.

Finisce 4-1 a Fuorigrotta, in una partita che ha mostrato, per la prima volta in questa stagione, un Napoli che sembrava essere quello tonico e scattante ammirato lo scorso anno; quello capace di aggredire subito l’avversario e punirlo al primo sbaglio, quello che anche a risultato acquisito non si accontenta della normale amministrazione ma continua nella sua azione demolitrice. Per una sera è stato il Napoli che conosciamo, che conferma le discrete cose positive viste a Bologna, con l’aggiunta di una concretezza offensiva, nella creazione e nella finalizzazione, che al Dall’Ara non c’è quasi mai stata e che è costata due punti.

Che sia la fine del momento di buio, o per meglio dire di penombra, è un azzardo troppo rischioso da affermare; certo è che i segnali di crescita avvertiti questa sera al Maradona sono stati piuttosto forti da non essere uditi. A farne le spese, l’Udinese di Sottil, che ci ha provato fino all’ultimo a dar fastidio, ma il Napoli di questa sera era troppo più concentrato, più affamato, più arrabbiato dei friulani che, in comune con i partenopei, aveva in comune il bisogno urgente di fare punti. Ma stasera, il Maradona non sarebbe stato territorio di conquista per nessuno, trascinato dalla voglia di riscossa dei suoi leader.

Finalmente Kvara, vien da dire, leggendo il risultato e il tabellino dei marcatori dove, finalmente, riappare dopo tempo immemore il nome del georgiano, ritornato al gol su azione, di forza, con il recupero-palla sull’indecisione di Nahuel Perez e il lob morbidissimo su Silvestri a depositare il pallone nella rete sguanita. Gol a parte, di gran classe, la partita di Kvicha è una di quelle che fanno ritornare alla scorsa stagione, esattemente in questo periodo, nel quale il numero 77 scioccava Napoli, il campionato italiano ed il resto d’Europa a suon di grandi giocate. Da qui a dire che la stagione di Kvara sia svoltata è un altro azzardo, ma la percezione di una lenta ma graduale crescita della partita di Bologna trova conferme nella straordinaria prestazione di stasera: un gran gol, un assist per Simeone, due pali, il calcio di rigore procurato che sblocca il match. Tante cose importanti, una presenza continua, un tormento per Nahuel Perez che si starà chiedendo che male ha fatto per meritarsi il miglior Kvicha fin qui (non) visto. Kvara, finalmente! E adesso non fermarti più.

Solo il miglior Kvara poteva rubare la scena al protagonista indiscusso, nel bene e nel male, di questi giorni. C’era tanta curiosità (ed ansia) nel verificare quali sarebbero stati gli strascichi e la reazione di Osimhen, a meno di tre giorni dal penalty fallito a Bologna, le polemiche dopo la sostituzione, il post match e la gaffe multimediale nella quale la società (o chi per essa) è incappata, probabilmente nel momento più delicato e meno opportuno (se mai ve ne fosse uno), per il Napoli e per il ragazzo, che si potesse scegliere. Ebbene, la risposta del centravanti nigeriano è stata quella da tutti auspicata: un gol segnato, un altro paio mancati per questioni di centimentri, ma stasera Victor era “presente” e vivo nella partita, indubbiamente più a suo agio rispetto alle ultime uscite e galvanizzato dal gol che mancava dalla partita contro il Sassuolo (dal dischetto) e da Frosinone su azione. Il rigore lasciato a Zielinski è stata forse la scelta migliore da prendere: un altro rigore sbagliato avrebbe scatenato un altra scia di polemiche. Invece Victor lascia l’incarico a Zielinski, preservandosi di marcare il cartellino pochi minuti più tardi, invitato al party del gol dalla perla di Politano. Un gol, il quarto di questo campionato, di sicuro il più importante, un vero toccasana per chiudere perentoriamente un digiuno da gol che iniziava ad avere ripercussioni disastrose sul rendimento del numero nove partenopeo, che lascia il campo dopo un’ora di gioco, stavolta senza polemiche, per lasciare spazio al Cholito.

E’ stata anche la sua notte, e verrebbe da dire “finalmente”. Chiamato in causa solo in condizioni estreme o per far rifiatare Osimhen, l’argentino fin qui non ha mai goduto di grande considerazione, nonostante un ottimo precampionato ed, in generale, una propensione a farsi trovare sempre pronto in zona gol più che discreta. Garcia gli concede mezz’ora di gioco, forse un “mea culpa” dopo la discutibile gestione di questo inizio di stagione, e l’argentino non si fa scappare l’occasione per monetizzare al meglio lo spezzone di tempo concessogli dal mister, andando in gol sull’imbeccata di Kvara e presentandosi almeno un altro paio di volte al cospetto di Silvestri. La conferma che il Cholito può non essere un centravanti che possa prendere sulle spalle tutto il peso dell’attacco azzurro, ma può rivestire con molta dignità le vesti di vice-Osimhen in una versione più che affidabile sebbene con caratteristiche diverse.

Nella goleada del Napoli c’è spazio per Zielinski, anche lui piacevole conferma d’inizio stagione nel quale la sua zampata la si trova sempre. E’ il polacco che si prende la grande responsabilità di andare dagli undici metri, finalmente protagonista di una decisione da leader. Penalty trasformato in maniera perfetta, nonostante non sia un rigorista abitudinario, a pochi minuti da un’occasione colossale, ma sparata in curva a pochi metri da Silvestri. Gol a parte è interessante la sua posizione iin campo, molto più a ridosso dell’area di rigore, scambiandosi spesso la posizione di interno con Zambo Anguissa, andando a giocare molti palloni anche sul lato destro del campo, in quello che è sembrato essere, più che il canonico 4-3-3, un 4-1-4-1, con Lobotka qualche metro più indietro e Zambo e lo stesso Zielinski sovente sulla stessa linea di Kvara e Politano.

Buona anche la prova della linea difensiva, che stasera deve capitolare a causa dello slalom speciale di Samardzic, straordinario nel suo zig-zag attraverso gli stralunati centrocampisti e difensori partenopei che lo lasciano fare, non credendo alla capacità del serbo di arrivare fino in fondo e battere Meret. Bravo il centrocampista, che si conferma una dei calciatori più in vista del campionato, ingenuo il Napoli a concedergli tutto quel margine d’azione. Il punteggio di 3-0, fino a quel momento, era l’unica attenuante a giustificare parzialmente la condotta di un impianto difensivo che, gol a parte, si comporta decisamente bene. I buoni segnali registrati a Bologna trovano conferme stasera: la coppia Ostigard-Natan non soffre particolarmente la fisicità di Lucca, prima punta di peso di un Udinese che ha, invece, in Lovric il suo stoccatore più pericoloso, con qualche discesa palla al piede e un paio di conclusioni da fuori, una di queste murata da Ostigard. Il norvegese prende le misure a Lucca e Success, mentre di Thauvin si perdono le tracce sin dai primi minuti, mentre Natan sembra già sufficientemente padrone del ruolo: tralasciando l’abboccamento alla (bella) finta con la quale Samardzic si libera per poi battere Meret, la partita del brasiliano è pulita e senza grosse sbavature. Sa quando deve giocare palla a terra ma non disdegna la “spazzata” rude ed ancestrale, ma in certi casi decisamente utile alla causa. Bravo anche in copertura sull’out sinistro, uscendo dalla sua zona di competenza per tappare il buco lasciato da Mario Rui in avanscoperta.

Il portoghese gioca la sua onesta partita, fortunatamente senza farsi prendere da quegli improvvisi raptus che gli appartengono e che creano danni il più delle volte. In fase offensiva è più presente di quanto lo sia stato Olivera nelle ultime apparizioni e, difatti, la sua presenza ha permesso qualche giocata in più a Kvara che nel laterale lusitano ha trovato l’interlocutore capace di dare seguito alle sue intuizioni, non sempre accompagnandole poi con la precisione sui traversoni. Stasera basta e avanza in una serata tranquilla e senza eccessive preoccupazioni. Discorso valido anche per Di Lorenzo che inscena la solita prestazione di gran livello, granitico ed arcigno in difesa quando vince, di fisico, molti duelli contro Lucca, che nella ricerca di spazi utili si ritrova a giocare anche largo a sinistra ma senza grosse soddisfazioni. Il capitano concede poco o nulla all’attaccante ex-Ajax e a Camara, avversario timido che concede al capitano opprtunità di sganciarsi per attivare al meglio la catena di destra insieme a Politano.

Anche il laterale romano gioca una partita di gran sostanza. Intelligente nelle sue aperture di gioco ad affettare il campo, spostando velocemente l’asse orizzontale di gioco, garantendo il tempo necessario a Kvara, dall’altra parte, per puntare l’uomo e creare pericoli alla difesa friulana. Dal suo sinistro partono suggerimenti preziosi per Osimhen, di cui quello che libera il nigeriano per il raddoppio ed una gemma di estrema delicatezza: un esterno sinistro morbissimo che, passando in mezzo ai difensori bianco-neri, mette in condizioni Osimhen di andare a tu-per-tu contro Silvestri e batterlo agevolmente. Al suo posto, a metà ripresa, si rivede addirittura Lindstrom, rispolverato da Garcia dopo i pochi minuti contro la Lazio. Buono anche l’ingresso dello svedese che ha un paio di accelerazioni importanti che ne confermano le ottime qualità che di lui di narrano.E’ evidente che per appurare quanto di buono ha da offrire, l’ex-Eintracht avrebbe bisogno di giocare con più continuità per entrare in sintonia con il resto del reparto. Oggi, comunque, uno spezzone di partita benaugurante.

Anche la partita di Zambo Anguissa lo è. Finalmente il mediano camerunense si rende protagonista di una partita di buon impatto fisico impreziosito da giocate di qualità. Il passo non è quello ghepardesco che vorremmo ritornasse ad avere, ma già il vederlo giocare il pallone, scambiarsi spesso posizione con Zielinski, proporsi nella manovra evitando quel corricchiare senza meta per il campo, che lo fa sembrare un calciatore sazio di successi e senza più la voglia di combattere, è già un enorme passo avanti per quello che deve tornare ad essere una colonna portante del centrocampo azzurro, nel quale anche Lobotka sembra alzare l’asticella del rendimento, al termine di una buona partita nella quale la sua presenza è fondamantale soprattutto nel recupero di quei palloni ed evitare le pericolose ripartenze friulane. Qualche buco lo lascia, ma è inevitabile adesso che è l’unico frangiflutti davanti alla difesa. Forse un po’ molle il suo tentativo di “muro” su Samardzic, unica disattenzione nella sua gara, come sempre diligente e preziosa tatticamente.

Finalmente un po’ di respiro anche per Rudi Garcia, che ritrova la vittoria in campionato dopo quattro partite, nelle quali è successo un po’ di tutto. Già sulla graticola, già al centro delle polemiche e degli ovvi ed immancabili paragoni con Spalletti, il mister schiera un Napoli decisamente motivato e permeato di quella carica positiva che serviva a portare a casa una vittoria importante come questa, che non era scontata, alla luce di una vigilia dai toni decisamente incandescenti. Bravo Garcia a lasciare evaporare i bollori di Osimhen e Kvara, usciti male a Bologna ma confermati dall’inizio ancora una volta, per conferire loro quella sicurezza e fiducia di cui un calciatore in difficoltà avrebbe bisogno. Tutta la squadra risponde presente, soprattutto le seconde linee, che entrano in campo sentendosi componenti preziosi di una rosa competitiva e non come onesto gregariato al servizio dei più acclamati titolari. Simeone e Lindstrom entrano garantendo freschezza atletica e rabbia agonistica necessaria alla messa in sicurezza del match. Condivisibile la scelta di tirare fuori Osimhen dopo un’ora, in vista della frequenza di impegni che vedrà protagonista il Napoli: un messaggio tra le righe a confermare la legittimità del ruolo che riveste e delle decisioni, e relative responsabilità, da prendere. D’altra parte, chi rischia il posto è lui. E adesso, si può guardare al futuro prossimo con un pizzico di serenità in più anche se la bufera non è ancora passata.

 

I voti: Meret (6); Di Lorenzo (6,5); Ostigard (6,5); Natan (6,5); Mario Rui (6); Zambo Anguissa (6,5); Lobotka (6,5); Zielinski (6,5); Politano (6,5); Osimhen (7); Kvaratshkelia (8).

La panchina: Simeone (7); Lindstrom (6); Cajuste (6); Elmas (sv); Raspadori (sv)

Il mister: Garcia (7)

 

 

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