Ospedale di Scafati chiuso e donna di 59 anni muore. Polichetti: “Situazione sanitaria precaria”

Ospedale di Scafati chiuso e donna di 59 anni muore. Polichetti: “Situazione sanitaria precaria”

Polichetti: “Se il Punto di Primo intervento fosse stato operativo, avremmo potuto evitare questa tragica perdita umana?”


SALERNO – Lo scorso mercoledì, 18 ottobre, una donna ha perso la vita  all’esterno dell’ospedale di Scafati a seguito di un malore improvviso. La donna di 59 anni stava aspettando l’arrivo dell’ambulanza del 118 che, però, è giunta dopo oltre mezz’ora. A soccorrerla è stato il marito, ma per la 59enne non c’è stato nulla da fare. Il caso ha scatenato molte polemiche a causa del mancante servizio sanitario.

Il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, è tornato a chiamare in causa la Regione Campania, la Direzione generale dell’Asl Salerno e tutti gli enti preposti. Il primo cittadino ha dichiarato che, nell’ospedale Mauro Scarlato di Scafati, bisogna subito riaprire il punto di primo intervento e riorganizzare il servizio 118 con staff medico.

Anche Mario Polichetti, delegato della Uil Fpl Salerno, si è espresso sui fatti accaduti nel Salernitano, sottolinenando la grave mancanza di servizi sanitari di emergenza. Le sue parole:

“La morte di questa donna è una tragica testimonianza della situazione sanitaria precaria in cui versano molte comunità in Italia, compresa Scafati. Il fatto che il Punto di Primo intervento sia stato chiuso per lavori e che il Pronto soccorso sia mancante dal 2013 è semplicemente inaccettabile. Questo caso solleva una domanda cruciale: se il Punto di Primo intervento fosse stato operativo, avremmo potuto evitare questa tragica perdita umana? È un interrogativo che la comunità locale e le istituzioni dovrebbero affrontare seriamente. È essenziale che l’assistenza sanitaria di emergenza sia garantita alle persone che ne hanno bisogno, e speriamo che questa tragedia serva da catalizzatore per spingere le autorità a garantire una copertura sanitaria adeguata per Scafati e le zone circostanti. Nessuna comunità dovrebbe vivere con la paura di non poter ricevere assistenza medica immediata in caso di emergenza”.