Focus Napoli – Empoli. Addio sogni di gloria: i (furono) campioni d’Italia abdicano dal trono. Kovalenko colpisce in pieno recupero

Focus Napoli – Empoli. Addio sogni di gloria: i (furono) campioni d’Italia abdicano dal trono. Kovalenko colpisce in pieno recupero

Altra debacle interna dei campioni d’Italia, che si fanno fermare stavolta dall’Empoli, che passa al Maradona in pieno recupero, con il gran gol di Kovalenko. Azzurri sommersi dai fischi e ora Garcia a forte rischio di esonero.


NAPOLI – Doveva essere la partita del rilancio e sfruttare un turno, almeno sulla carta, favorevole per tentare il sorpasso al Milan ed insediarsi nuovamente in zona-Champions, invece la partita contro l’Empoli si trasforma in una disfatta che apre uno scenario importante, soprattutto per quanto riguarda il futuro di Garcia. Gli azzurri cedono in casa contro l’Empoli di Andreazzoli, con il gol di Kovalenko in pieno recupero che getta nello sconforto non solo la squadra ma anche la tifoseria che, in massa, aveva gremito il Maradona in questo primo launch-match degli azzurri, nonostante condizioni metereologiche avverse.

Un pomeriggio in cui diluvia su Napoli e sul Napoli, uscito dal campo sotto la pioggia e sommerso dai fischi dopo l’ennesima prova incolore da parte dei Campioni d’Italia che al Maradona proprio non riescono a cambiare marcia. Ben quattro fino ad ora le sconfitte interne (tra campionato e Champions) ed è per questo, anche alla luce del mezzo passo falco contro l’Union Berlino, che dalla partita contro l’Empoli ci si aspettava un’inversione di tendenza buono per invertire un trend casalingo assulatemente deficitario.

Serviva uno scossone, in linea di massima, ed è l’idea che si è fatta anche Garcia, optando per un Napoli completamente rivoluzionato rispetto alla partita di Champions, senza Kvaratshkelia, Zielinski, Mario Rui e Natan tenuti inizialmente in panchina, oltre a Meret a cui il mister ex-Roma deve rinunciare per un infortunio patito dal portiere nella fase di riscaldamento. Oltre agli uomini, Garcia cambia anche modulo, giocando con un 4-2-3-1 con Raspadori in versione sottopunta di Simeone, con Elmas largo a sinistra, riproponendo Ostigard al fianco di Rrahmani e Olivera sul binario di sinitra.

Una rivoluzione che resta tale solo sulla carta, perchè il Napoli, anche rigirato come un calzino, in campo è sempre lo stesso, sebbene l’inizio lasciava ben sperare, con un paio di occasioni salvate da Berisha sui tentativi di Politano e Zambo Anguissa. Poi il ritmo cala ed anche un Empoli discretamente organizzato non patisce più di tanto le incursioni degli azzurri; anzi, con il passare dei minuti sono gli ospiti ad essere più pericolosi in area partenopea che non il contrario. Le idee offensive del Napoli sono davvero poche ed il fraseggio incessante, lento e solo per vie orizzontali, è un toccasana solo per l’Empoli che si limita ad aspettare le imbucate in area di rigore e respingerle al mittente. Il 4-2-3-1 funziona male: Simeone non incide più di tanto, Raspadori passa più tempo a cercare di capire cosa deve fare in campo e soprattutto dove farlo; Elmas non è Kvara e non si avvicina neppure alle ultime versioni sbiadite del georgiano; l’unico che cerca di fare qualcosa di più è il solito Politano a cui non si può chiedere di salvare la baracca da solo.

L’ingresso della “batteria pesante” (per modo di dire) composta da Zielinski, Kvara e Lindstrom decreta il fallimento del cambio modulo con il conseguente ritorno ad un 4-3-3 a cui la squadra è più avvezzo e con il quale avrebbe il compito di cambiare le sorti di un match inizia a diventare rognoso. Le resa, purtroppo, non è pari alle attesa e nonostante una presenza più costante nella tre-quarti avversaria, solo in poche circostanze si riesce ad essere pericolosi in zona-Berisha. La prima conclusione davvero pericolosa arriva solo ad un quarto d’ora dalla fine, con il fendente di Lindstrom che va ad incrociare i guantoni dell’estremo difensore empolese che poi si esalta un paio di situazioni su Kvara, una delle quali si trasforma nella “sliding door” della partita.

Dal possibile vantaggio azzurro, con il sinistro di Kvicha che s’infrange sul piede di Berisha al gol dell’Empoli, con il capovolgimento di fronte che porta alla conclusione vincente di Kovalenko, autore di un bellissimo quanto importantissimo ma sul quale non ci sentiamo di sollevare la difesa del Napoli da tutte le responsabilità: troppo comoda la battuta a rete a favore dell’ucraino, sebbene culminata a seguito di una buona azione corale dei suoi compagni. E’ il colpo del K.O, con il Napoli che non ha il tempo materiale per poter imbastire una controffensiva, ridotto anche in dieci per l’infortunio occorso a Mario Rui entrato da pochi minuti e con gli slot-sotituzione già consumati.

Giù i fischi quindi sui campioni d’Italia che, molto verosimilmente, da stasera scuciranno (metaforicamente, per il momento) gli Scudetti dal petto. Impossibile pensare, alla luce delle recenti prestazioni, che questa squadra possa rientrare prepotentemente nel discorso-Scudetto. I limiti tecnico-tattico-caratteriali di questa squadra sono davvero tanti per poter pensare ad una riconferma del tricolore. Anzi, oggi il Napoli deve temere anche per il piazzamento in Champions, considerato l’attuale stato di forma ed il calendario devastante che lo attende dopo la sosta.

Per quanto riguarda Garcia, le possibilità che al ritorno in campo non siederà più sulla panchina azzurra sono aumentate in modo vertiginoso. Purtroppo una regola del calcio non scritta vuole che il tecnico sia sempre la figura che paga per tutti. Ed anche in questo caso, Garcia (se dovesse essere esonerato) pagherebbe colpe non esclusivamente sue, ma se il Napoli di oggi da la sensazione di essere una squadra che ha già dato tutto, che non ha cattiveria agonistica, che spocchiosamente pensa che le partite si vincano solo perchè è legittimata dallo Scudetto cucito sulle maglia, un po’ di colpe le ha anche lui.

Poi viene la squadra, i calciatori avvolti dall’aura di protezione della vittoria dello Scudetto, che li rende immuni da qualsivoglia critica, perchè le colpe del mister sembrano le uniche a giustificare questo scarso rendimento. Senza nulla togliere ai meriti e agli elogi giustamente ottenuti la scorsa stagione, c’è da pensare al presente ed oggi il presente è una squadra con la pancia piena, la testa altrove ed una corsa-Scudetto abbandonata a nemmeno un terzo di campionato. Gravissimo.

Adesso la sosta, che servirà a tutto l’ambiente a riflettere con calma su cosa c’è da fare e la maniera ottimale per farlo. Saranno due settimane torride, a dispetto del clima invernale ormai giunto anche da queste parti, dove si raccoglieranno i cocci del vaso rotto e cercando di ricostruirlo. Dalla prossima partita si giocherà per altri obbiettivi: da oggi i (furono) campioni d’Italia abdicano dal trono.

I voti: Gollini (6,5); Di Lorenzo (5,5); Rrahmani (6); Ostigard (5,5); Olivera (5,5); Zambo Anguissa (5,5); Lobotka (5,5); Politano (6,5); Raspadori (5); Elmas (5); Simeone (4,5).

Dalla panchina: Zielinski (5); Kvaratshkelia (5,5); Cajuste (sv); Mario Rui (sv); Lindstrom (6).

Il mister: Garcia (4)

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