Focus Salernitana-Napoli. Un gol per tempo ed il “derby della Campania” è degli azzurri. Raspa ed Elmas mattatori all’Arechi

Focus Salernitana-Napoli. Un gol per tempo ed il “derby della Campania” è degli azzurri. Raspa ed Elmas mattatori all’Arechi

All’Arechi gli azzurri passano per 2-0, riaffacciandosi in zona-Champions, regolando i padroni di casa con un gol per tempo: apre Raspadori in avvio di partita, la chiude Elmas, subentrato a Kvaratshkelia, nella ripresa. Si rivede Zambo Anguissa dopo l’infortunio. Con questa vittoria, azzurri quarti in classifica, dopo il soprasso all’Atalanta, e ora ad un solo punto dal Milan.


SALERNO – E’ sufficiente un discreto Napoli per portare a casa la posta piena all’Arechi e, alla luce delle sconfitte di Atalanta e Milan, quelli di Salerno sono tre punti di platino che permettono agli azzurri di riaffacciarsi con decisione in zona-Champions, arrivati immediatamente dopo il pareggio proprio contro i rossoneri che, per le circostanze con cui è giunto, ha gettato ulteriori ombre e dubbi sulla reale consistenza della candidatura dei campioni d’Italia non solo per un’ipotetica riconferma del titolo ma anche per un’ambizione di piazzamento Champions.

E dunque, sebbene la prestazione non sia stata sfavillante, qualche sprazzo di Napoli è bastato ad avere ragione di una squadra, come la Salernitana, oggettivamente modesta sul piano tecnico e che sembra non aver ancora tratto giovamenti dal cambio tecnico Sousa-Filippo Inzaghi. L’ex allenatore di Milan e Bologna ha presentato una squadra offensiva sul piano tattico, optando per uno spavaldo 4-2-3-1 e sufficientemente organizzata in mezzo al campo ma, come detto, davvero modesta quando c’è stato da fare la voce grossa e mettere paura ai partenopei. L’equazione più attaccanti uguale più gol non trova soluzioni ed alla fine i granata riescono solo a creare una gran confusione, riuscendo nell’impresa titanica di far apparire la retroguardia partenopea ermetica quanto basta da consentire a Meret un clean-sheet, un altro toccasana dopo gli incubi passati la scorsa settimana contro le offensive di Giroud, Leao e compagnia meneghina.

Nonostante l’assenza di Natan, la coppia che non ti aspetti, Rrahmani-Ostigard funziona discretamente bene, uscendo vincitrice dal loro duello contro la coppia Ikwuemesi centravanti-Dia sottopunta dove il primo sembra abbastanza acerbo per certi palcoscenici, l’altro abbastanza fuori ruolo per poter essere realmente pericoloso, lui che negli ultimi sedici metri potrebbe fare le fortune di Inzaghi e della Salernitana, ritrovandosi invece a vagare sulla linea dei trequartisti senza supporto ma senza neppure un guizzo da parte sua. E gli azzurri ringraziano, confermando come la difesa riesca meglio a rintuzzare gli attacchi avversari lontano dal Maradona piuttosto che a Fuorigrotta, dove i numeri condannano pesantemente la fase difensiva di Garcia, praticamente identica ad un colapasta.

E un Napoli che si riscopre Raspa-dipendente, trovando conforto nei numeri del suo mini-centravanti al suo terzo centro consecutivo e di una certa pesantezza, essendo suo il gol che sblocca il risultato dell’Arechi, conferendogli la palma del man of the match non solo per il gol, ma per una partita nella quale è davvero l’unico tra gli attaccanti che punta la porta, la cerca e prova a bersagliare Ochoa con una certa continuità e pericolosità. Oltre al bel gol, almeno in altre due-tre occasioni potrebbe trovare la doppietta ma soprattutto va apprezzata l’intelligenza con cui riesce a legare con il resto del reparto offensivo e restando nel vivo del gioco. Peccato dovrà tornare a fare il vice di tutti in panchina a favore del ritorno di Osimhen ma non è blasfemia l’affermazione che con Raspadori, questo Napoli forse riesce ad esprimersi meglio rispetto che con il nigeriano, che con la sua imponenza atletica, “costringe” i partenopei a catalizzare tutta l’azione offensiva su di se. Con Jack in avanti il prodotto offensivo si diversifica, perchè la bontà tecnica del numero 81 porta ad un’interazione qualitativamente maggiore sia con Kvara che con Politano, rendendo gli attacchi del Napoli molto meno prevedibili.

Raspadori tornerà in panchina ma probabilmente scavalcherà Simeone nella scala gerarchica delle prime punte partenopee, che vedevano l’argentino, almeno ad inizio stagione, come prima alternativa ad Osimhen, relagando Raspadori al ruolo di Jolly-tuttofare, all’occorrenza al posto di tutti. Mezzala sinistra, alto a destra, alto a sinistra, sottopunta, l’ex-Sassuolo le ha provate tutte, le posizioni da centrocampo in su, ma è evidente che la veste che meglio gli si addice è quella di centravanti di manovra, una sorta di Mertens ma con dieci anni in meno.

Un patrimonio da proteggere adesso e nel futuro prossimo Jack Raspadori, probabilmente uno degli asset più importanti del Napoli prossimo insieme (si spera) a Kvara, appena eletto diciassettesimo calciatore più forte d’Europa dalla giuria di France Football, ma che a Salerno non gioca una grandissima partita. Il suo contributo alla causa c’è sempre, perchè basta la sua presenza a mettere paura a tre-quarti di difesa della Salernitana, ma il gioco parte troppo da lontano per poter essere davvero pericoloso. Difatti, il georgiano non riesce mai a liberarsi al tiro in modo pulito, poichè la combo puntare il difensore avversario che temporeggia – finta a rientrare verso l’interno diventa leggibile e disinnescabile già al secondo tentativo, quando il duello uno-contro-uno contro Mazzocchi si trasforma in un Kvara contro due-tre difensori granata. Non è una coincidenza che quello che non riesce a Kvara, per tutto il tempo in cui è rimasto in campo, riesce invece ad Elmas, che al primo tentativo fa centro, approfittando di un pallone recuperato da Olivera e infilando Ochoa sull’angolo più lontano: in quel caso, nessuna duplice o triplice marcatura sul macedone, che ha tutto il tempo di mirare al secondo palo e colpire la Salernitana con il gol del 2-0, con il quale poi si chiuderà il match. Buona notizia il ritorno al gol di Elmas, ma è da Kvicha che ci aspettiamo molto di più di quanto abbia fatto vedere oggi; d’altra parte, è o non è tra i primi venti più forti d’Europa?

Buona notizia è anche il rientro di Zambo Anguissa e con una prestazione sicuramente migliore di quelle antecedenti al suo infortunio. Probabilmente un po’ di riposo, sebbene forzato, gli ha fatto bene per recupare un po’ di energie ed oggi ha giocato una partita sufficiente senza strafare ma senza grandi pecche, quanto basta per rendere la vita difficile a Coulibaly (che gli gioca davanti) e Dia (che gli gioca alle spalle), che soffrono la cerniera di centrocampo formata dal camerunense e da Lobotka, che oggi mette a referto anche l’assist per Raspadori. Per Zambo partita giocata per intero, considerato che Garcia spende per il centrocampo, vede Cajuste prendere il posto di Zielinski, che gioca al suo solito, toccando palloni qua e là, fungendo da giunzione tra i due lati del campo, azionando Kvara a sinistra oppure cercando Politano a destra, ma con qualche guizzo in più, tentando anche la desueta soluzione dalla distanza che, in questa stagione, sembra essere una strada meno perseguita rispetto ad anni addietro.

Insomma, un discreto Napoli ma niente di più, che riesce a domare una Salernitana vogliosa di ben figurare nel “derby della Campania” che da quelle parti è una partita che può valere una stagione. La grinta per gli uomini di Pippo Inzaghi non è mancata ma spenti i primi bollori i campioni d’Italia hanno avuta vita relativamente facile, approfittando dei ritmi non elevatissimi della partita, favoriti anche dalla stanchezza della Salernitana dopo l’impegno di coppa Italia contro la Sampdoria ed indubbiamente non avvezza a gestire il doppio impegno settimanale. Ed ora Garcia può lavorare con più serenità all’impegno di Champions, dove si spera che gli azzurri possano già mettere un tassello importante per la qualificazione agli ottavi battendo l’Union Berlino, contro i quali servirà qualcosa in più di quanto visto all’Arechi e, soprattutto, di quanto visto a Berlino qualche settimana fa, probabilmente il più brutto Napoli della stagione, insieme al primo tempo contro il Milan: speriamo di non dover aggiornare ulteriormente questa voce.

 

I voti: Meret (6); Di Lorenzo (6,5); Rrahmani (6); Ostigard (6); Olivera (6); Zambo Anguissa (6); Lobotka (6,5); Zielinski (6,5); Politano (6); Raspadori (7); Kvaratshkelia (6)

Dalla panchina: Lindstrom (5,5); Elmas (6,5); Simeone (5,5); Cajuste (sv)

Il mister: Garcia (6).

 

 

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