Donnarumma e Higuaìn non sono la stessa cosa

Donnarumma e Higuaìn non sono la stessa cosa

La decisione di non rinnovare il suo contratto con il Milan, sua squadra del cuore, ha scatenato il disprezzo di tutta l’Italia calcistica o quasi. Questa vicenda ci ha ricordato una situazione analoga riguardante Higuaìn e il Napoli. Tuttavia non sono analoghe le reazioni degli sportivi italiani. Perchè?

@Saverio Nappo

NAPOLI – Come sapete, Gianluigi “Gigio” Donnarumma ha rifiutato la proposta del Milan per il suo rinnovo contrattuale. Eppure, come conferma il direttore sportivo Fassone, gli era stato proposto un ingaggio pari o superiore ai 5 milioni netti l’anno, per cinque anni. Non sarebbero stati pochi per un talentuoso portiere di 18 anni, compiuti lo scorso febbraio. Eppure, Donnarumma ha rifiutato il rinnovo, pur essendo un tifoso del Milan, come ribadito da lui stesso in tempi non sospetti, lo scorso marzo. Immediatamente dopo l’ufficialità del “no” alla proposta del Milan, i giornali italiani sono esplosi, come fossero vulcani addormentati da troppo tempo. Fiumi di parole bollenti come lava si sono riversati sui lettori, tifosi, curiosi ed appassionati di calcio di tutto lo stivale. Il leitmotiv, basta scegliere 5 articoli a caso per accorgersene, è l’indignazione. Indignazione generata dal tradimento. Un tradimento riconosciuto, senza confini geografici e di fede.

Matteo Pedrosi, giornalista sportivo

Io stesso sono rimasto attonito alla notizia dell’ufficialità, comunicata in pompa magna da Mino Raiola – da una parte – e Fassone – dall’altra –. Tuttavia, qualcosa continuava a non sembrarmi chiaro. Più o meno in questo stesso periodo, la scorsa estate, prendeva forma quello che sarebbe stato il trasferimento più costoso tra squadre italiane. Ma non solo. Per molti – di cui, quasi la totalità tifosi del Napoli – sarebbe stato il tradimento per eccellenza. Ricordo bene che, per settimane, si scatenò una sorta di “indoramento della pillola”. Lezioni ad hoc di calciomercato per spiegare agli increduli sconvolti che 90 milioni e rotti per un “giocatore” di 30 anni rappresentavano un affare pazzesco. Interminabili speciali televisivi sul tema caldo dell’imminente cessione di Gonzalo Higuaìn alla Juventus sembravano voler curare le ferite di milioni di tifosi delusi e traditi. Alla fine, dopo la “notte di Madrid”, venne il giorno. Higuaìn traditore, grosso modo, solo per i tifosi del Napoli.

Un’immagine a caso, un posto a caso, a Napoli

Sembra che Gigio Donnarumma abbia avuto dei problemi seri con la dirigenza rossonera. Questi problemi, stando a quanto dice il suo procuratore intervistato da Sky Sport e Premium Sport, hanno convinto il talento di Castellammare di Stabia a dire addio alla maglia del diavolo. I tifosi rossoneri non l’hanno presa bene. Sportitalia è andata ad intervistare alcuni rappresentati del collettivo ultras del Milan per conoscere il loro punto di vista. Ma non è un’indignazione circoscritta al mondo Milan. Non l’ha presa bene tutta l’Italia calcistica che, ancora ora, in questo preciso istante, mentre scrivo, sta vomitando addosso al ragazzo ettolitri di veleno, ingiurie e disprezzo. Come ha osato, un ragazzetto fortunato ad avere tutto quel talento? Chi si crede di essere? Rifiutare tutti quei soldi offerti dalla sua squadra del cuore è un’offesa! Il calcio moderno fa schifo. Eccetera, eccetera. Indignazione a reti unificate, riassunte in una protesta inscenata in mondovisione ieri sera durante l’esordio della nazionale U21 all’Europeo in Russia. Striscione diretto e incisivo, un mucchio di dollari fotocopiati lasciati addosso al ragazzo e approvazione generale. Ben fatto.

https://www.youtube.com/watch?v=4FdDImx8BCw

Sembra – è stato poi accertato – che alla base della decisione di Higuaìn di andare via da Napoli ci siano stati gravi attriti tra lui (e il suo fratello procuratore, ndr) con il presidente Aurelio De Laurentiis. Il tutto è stato più volte rimarcato dalle dichiarazioni di ambo le parti, soprattutto a cavallo e durante le 4 sfide – campionato e coppa Italia – tra il Napoli e la Juventus. Emblematici sono il tweet di Nicola Higuaìn e l’ormai celebre «es tu colpa» del Pipita. Quindi, di nuovo, valanghe di saggistiche sulla legittimità di scelta di un giocatore-professionista-lavoratore nel poter scegliere la squadra per cui giocare e con la quale provare a conquistare successi. Alla vigilia del “gran” ritorno di Higuaìn al San Paolo da avversario-traditore, tutti aspettavano l’ovvia esplosione di rabbia. Alimentati da settimane di martellamento psicologico, tutta l’Italia era pronta a gustarsi lo spettacolo del San Paolo, dove i traditi sarebbero diventati carnefici in una non ben precisata escalation di insensata violenza. Immagino la delusione provata da tutti quando si ritrovarono storditi per i decibel dei fischi del San Paolo e nulla più. Ad oggi, sorrido pur non prendendo assolutamente nessuna parte. Donnarumma ha rifiutato il rinnovo contrattuale? Ok. Minacce di morte, dollari in faccia in mondo visione e striscioni inequivocabili: bene, ma non benissimo, come si suol dire.  Higuaìn lascia il Napoli nel cuore della notte? Ok. È giusto che un professionista pensi alla sua carriera. Fischi assordanti per 180 minuti: i tifosi non capiscono le dinamiche del calcio, dovrebbero stare più calmi. A chi figlio e a chi figliastro.

Nicola Higuaìn vuole bene al suo ex presidente