Udine, la pressione e il calcio che muore

Udine, la pressione e il calcio che muore

Giornata amara per il Napoli, sconfitta a Udine e scudetto sempre più lontano. Dopo le polemiche settimanali, Irrati sbaglia tanto contribuendo a rovinare il pomeriggio dell’ex stadio Friuli. E’ questo il vero calcio?

@Saverio Nappo

Fernandes segna il goal del raddoppio
Fernandes segna il goal del raddoppio

NAPOLI- Il calcio è sempre stato qualcosa di molto vicino all’essere umano in quanto capace di rappresentare allegoricamente e in maniera diretta tutta la schiera delle emozioni che si possono provare in una vita. Gioia smodata, delusione cocente. Riflessioni mature, sfuriate incontrollate. Il calcio è semplicemente l’uomo, inteso come serbatoio di sensazioni che vengono bruciate producendo energia che noi chiamiamo umanamente “vita”. Il calcio è un gioco e, parafrasando Servillo, non è per persone tristi. Perché il gioco, in se, elimina la tristezza, cancella la negatività. Un pallone che rotola e un bambino che lo rincorre, una porta qualche metro più avanti. Tutto molto semplice, tutto molto umano. Il calcio è la macchina del tempo che riporta un uomo a quando era bambino, quando l’unica cosa che contava era calciare il pallone forte e bene, per liberarsi della sola ansia che un bambino poteva avere. Quella di dover segnare un goal in più dell’avversario. Il calcio, il ritorno al passato, le emozioni, l’essere umano. Quanto è lontano tutto ciò? Cosa è accaduto a Udine? Un brivido risale la schiena, non è più la stessa cosa.

Higuain a muso duro contro Irrati
Higuain a muso duro contro Irrati

Capita, allora, di pensare agli altri campionati, ad esempio la Premier League. Vince chi segna un goal in più dell’avversario, chi gioca meglio dell’avversario, chi suda di più sul campo macinando più metri dell’avversario. I soldi, i milioni, sono importanti, certo. Ma non necessariamente vincono le partite e quindi i campionati. L’esempio è il Leicester City FC di Claudio Ranieri, of course. Cosa centra con Udine? Vi pongo delle domande: avete mai letto di una polemica arbitrale, di uno scandalo corruzione, di ombre sulla regolarità di questa o quella partita in Premier League? Avete mai avuto modo di vedere un servizio giornalistico televisivo, magari andato in onda all’ora di pranzo alla tv, che destabilizza deliberatamente una squadra in corsa per il titolo inventando di sana pianta scenari apocalittici così inquietanti che fanno ridere? Avete mai letto titoli di giornale che minimizzano la bellezza a vantaggio della prassi? Personalmente – sorrido – no. La rete è libera e l’informazione è a disposizione di tutti. Vi sfido a trovare analogie tra premier League e Serie A. Non affaticatevi, non le troverete.

Higuain rabbioso per l'arbitraggio pessimo
Higuain rabbioso per l’arbitraggio pessimo

A Udine, il calcio si è mostrato in tutta la sua pallida sofferenza. Un malato terminale che, nell’ospedale dei giochi che furono, condivide la stanza di degenza con gli altri due grandi malati aggrappati a vane speranze: il calcio greco e quello turco. Il Napoli crolla sotto il peso della storia che cambia per non cambiare mai. La testa è altrove, trascinata dalle voci e dal gossip grottesco scatenato da tv e giornali, con tanto di bagarre legale annunciata a colpi di comunicati stampa. L’avversario di sempre non gioca a qualche centinaio di chilometri, ma nel passato. Esatto, ha già giocato. La contemporaneità tanto auspicata da Maurizio Sarri è un segno di debolezza per tutti, una cosa ovvia per pochi altri. Altri come quelli che giocano in Premier League, ma anche in Bundesliga, nella Liga spagnola o finanche in Ligue 1. No, si gioca quando dico io, perché decido io. Dialogo chiuso, buonsenso taciuto, calcio in rianimazione.

Fernandes dopo aver calciato il primo rigore
Fernandes dopo aver segnato il calcio di rigore

L’Udinese gioca la sua miglior partita stagionale riuscendo nell’impresa di pareggiare (o quasi) la percentuale di possesso palla del Napoli, produrre un’intensità di gioco almeno due volte più efficace di quella del Napoli, totalizzare il doppio se non il triplo dei tiri in porta totalizzati dal Napoli, costruire il quadruplo delle azioni goal costruite dal Napoli e, soprattutto, segnare 2 goal in più a quelli segnati dal Napoli. La squadra partenopea è stata praticamente annullata nel gioco, colpita al cuore, nel suo punto nevralgico: il centrocampo. La presenza di 5 centrocampisti, che all’occorrenza diventavano 6, ha praticamente tolto il 70% delle linee di passaggio ai 3 midfielders di Sarri. Non è un caso che due tra i peggiori in campo siano stati proprio Hamsik e Jorginho. La quantità di palloni utili per il capocannoniere indiscusso del campionato è misera. Di fatto, Higuain mette in rete l’unico tiro in porta del Napoli e lo fa alla sua maniera. Con un terra-aria.

Higuain in lacrime dopo l'espulsione
Higuain in lacrime dopo l’espulsione

Ve l’ho detto, questa storia non finisce come vorrebbe il gioco del calcio stesso. Non finisce con 22 bambini mai cresciuti che cercano di segnarne uno in più dell’avversario. L’arbitro Irrati stravolge la partita, gettando benzina sulla miccia preparata ad hoc in settimana da stampa e televisioni. Sarri mandato via senza un perché, squadra in apnea. Cartellini gialli che piovono su falli mai commessi e gioco spezzettato come un quadro di Dalì riprodotto su di un puzzle. Kamikaze improvvisati sventolano le loro bandiere bianco-nero-friulane sulle caviglie degli avversari in confusione. Secondo giallo ad Higuain, vittima del sarcasmo e dell’astuzia. La miccia è accesa, riparatevi. Il calcio sta morendo. Farà un gran botto.